Trattamento osteopatico del reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è caratterizzato da una risalita involontaria e frequente dei succhi gastrici e del contenuto dello stomaco in esofago.
Se perdura nel tempo, la mucosa che riveste la parte interna dell’esofago, potrebbe irritarsi in maniera cronica e sfociare nella cosiddetta esofagite da reflusso. Le cause e i fattori maggiormente a rischio che favoriscono lo sviluppo di questo disturbo posso essere molteplici: compromissione dello sfintere esofageo inferiore, ernia iatale, tumori, obesità, abuso di farmaci, cattiva alimentazione, sedentarietà, sforzi intensi, alcol, tabagismo. I sintomi più frequenti del reflusso gastroesofageo sono: bruciore (pirosi) e dolore retrosternale che possono essere accompagnati da nausea, difficoltà a deglutire (sensazione di avere un nodo alla gola), gonfiore addominale ed eruttazioni, alitosi. Inoltre, esiste una sintomatologia aspecifica sia respiratoria, a causa della risalita dei succhi gastrici che irritano le mucose delle vie respiratorie (tosse stizzosa e secca, cali di voce soprattutto al risveglio, faringiti, ipersecrezione di muco), sia cardiaca (aritmie, extrasistoli).
Dopo essersi rivolti ad un bravo gastroenterologo che valuterà la gravità del problema, escludendo eventuali patologie organiche per le quali, qualora ce ne fosse bisogno, il corretto percorso farmacologico è quello da seguire, un valido supporto può offrirlo anche l’osteopata. Attraverso un attento esame valutativo osteopatico, fatto di anamnesi, analisi della postura e test manuali globali e specifici, si andrà ad individuare il problema individualizzando le aree che presentano restrizioni di mobilità. In molti casi, l’esplorazione e il trattamento manipolativo è effettuato sia nelle strutture viscerali che nelle strutture scheletriche. Per quanto riguarda il trattamento viscerale, questo ha lo scopo di valutare e trattare l’esofago, soprattutto nei tratti critici come può essere il passaggio dalla cavità toracica a quella addominale attraverso le fibre del diaframma; si andrà a valutare e trattare lo stomaco e, cosa molto importante, il piloro, struttura deputata al passaggio del cibo verso l’intestino. Qualora questa valvola fosse poco mobile, potrebbe ostacolare la corretta peristalsi favorendo cosi il reflusso gastroesofageo. Inoltre, è importante valutare e assicurare la mobilità del restate tratto intestinale per liberare eventuali restrizioni che potrebbero alterare il corretto processo digestivo e di conseguenza favorire la sintomatologia.
Per quanto riguarda invece il trattamento delle strutture scheletriche, l’osteopata sarà indirizzato alla manipolazione dei tratti vertebrali soprattutto cervicali e toracici in restrizione di mobilità. Perché il trattamento osteopatico possa dare buoni risultati, è necessario consigliare al soggetto di migliorare lo stile di vita, modificando sia l’alimentazione che l’attività fisica aerobica giornaliera. Questo potrebbe essere la chiave di risultati soddisfacenti per ottenere una drastica regressione o addirittura una risoluzione del problema.