Quando ti augurano “stringi i denti !!!”…ecco magari anche no…
Quante volte ci siamo sentiti dire “stringi i denti !”, come incoraggiamento per resistere a periodi di stress per esempio. E’ usuale infatti serrare la mandibola (articolazione temporo mandibolare o atm) quando stiamo facendo uno sforzo fisico; ci viene naturale perchè la richiesta di sforzo è riconosciuta dal nostro cervello (nella sua parte antica di amigdala, sistema limbico, ecc) come “stress” che attiva meccanismi di reazione muscolare allo stress. Il corpo però non funziona a compartimenti stagni, per cui non si limita ad utilizzare i muscoli masticatori dell’articolazione temporo mandibolare, ma anche trapezi (spalle), sternocleidomastoidei (collo), dorsali, pettorali, quindi un insieme di catene muscolari tra loro collegate.
A questo punto risulta chiaro, che sia in condizioni di esercizio fisico intenso, sia in condizioni di riposo fisico ma di stress psicologico, le catene muscolari devono essere in equilibrio e le strutture articolari libere per permettere di serrare ma soprattutto di rilassare, al fine di non trasmettere le tensioni della chiusura mandibolare ad altri distretti corporei e non mantenere uno stato di contrazione anche in condizioni di riposo (vedi durante il sonno).
In condizioni di disequilibrio dell’articolazione temporo mandibolare si possono verificare diversi disturbi, anche in apparenza lievi, ma con rischio di trasmissione sull’intera postura (non dimentichiamo che una parte dell’articolazione è l’osso temporale del cranio, sede anche del sistema vestibolare deputato all’equilibrio, e che esistono più o meno lunghe connessioni muscolo-fasciali tra mandibola, ioide, cervicale, e di qui catene cinetiche a tutto il corpo). Sintomi: fatica alla masticazione prolungata, tensione cervicale, limitata escursione all’apertura della bocca, indolenzimento dell’articolazione, mal di testa (di solito al risveglio e frontale in caso di bruxismo notturno, o a casco dopo masticazione prolungata), vertigini e ronzio (per il discorso vestibolare affrontato prima), problemi di deglutizione (es: catene cinetiche lingua, mandibola, ioide, temporali o posture errate cervicale/ATM), ecc.
Data la complessità delle strutture e l’influenza dei denti o della conformazione ossea della bocca , spesso può essere utile e in alcuni casi inevitabile associare un bite notturno, ed è quindi importante confrontarsi con il proprio dentista. Altro motivo di confronto sono i precontatti. Per avere una buona efficacia masticatoria i denti cercano di avere il maggior numero di contatti possibili (intercuspidazione) e talvolta se esistono dei precontatti, cioè semplificando un dente tocca prima in un punto perché è più sporgente, la bocca si organizza modificando il morso per raggiungere comunque più contatti possibili, creando però dei disequilibri. Questo è un esempio di come il dentista può collaborare al trattamento del fisioterapista/osteopata individuando e “limando la sporgenza”, che altrimenti innescherà un circolo vizioso. Per avere un’idea provate ad immaginare come camminereste con un sassolino nella scarpa, quanti scompensi vi porterebbe; stesso discorso immaginatelo nella bocca dove tra l’altro tutto è sensitivamente amplificato. Ancora più importante sarà la collaborazione nei casi di morsi particolari o interventi odontoiatrici invasivi. L’ideale sarebbe sempre poter controllare sia la parte dentistica che quella posturale, così che il risultato definitivo sia globale, anche perché esistono catene cinetiche inverse, ovvero quando la mandibola si adatta per squilibri posturali del corpo. Provate banalmente a spingere la lingua sui denti anteriori…automaticamente vi sembrerà di proiettarvi in avanti, in posizione eretta è ancora più evidente. Va da sé che se per qualche motivo siete sbilanciati in avanti globalmente la lingua e la mandibola cercheranno di arretrare. Contando quanto usiamo la mandibola (da 1500 a 2500 volte al giorno! E di notte magari serriamo o digrigniamo per tensioni psicologiche?!) è intuitivo che le informazioni in entrata e in uscita saranno molteplici e il possibile disequilibrio dietro l’angolo.
Cosa possiamo fare allora?
sicuramente bisogna capire se il problema è l’articolazione stessa o se il disturbo è una conseguenza di tensioni muscolo scheletriche più o meno vicine all’ATM. Il fisioterapista/osteopata valuta la postura globale e ipotizza le possibili cause. Come Fisioterapisti/Osteopati non abbiamo la possibilità di modificare direttamente il morso ma possiamo armonizzare i muscoli coinvolti direttamente o indirettamente nell’apparato stomatognatico, mobilizzare articolazioni della colonna vertebrale che presentino una riduzione della mobilità, riequilibrare il sistema cranio mandibolare e in generale intervenire su tutte le strutture che troviamo in disfunzione. In alcuni casi la consulenza dentistica è fondamentale per escludere problematiche locali (precontatti dentari, malocclusioni, bruxismo, artrosi, sublussazioni, ecc.) e indirizzare eventualmente ad altri specialisti (otorinolaringoiatra e neurologo per esempio). Valutare globalmente la postura ed altre disfunzioni del corpo (craniali, fasciali, strutturali della colonna) non può che giovare. Confrontandosi tra specialisti si può mirare ad un obiettivo comune, cioè il benessere della persona nella sua globalità.